Come avevamo già affermato in un precedente articolo, la voce rappresenta la nuova frontiera della comunicazione, al confine tra analogico e digitale.
E questo, oltretutto, trova sempre più conferme, soprattutto in seguito alla creazione di Clubhouse, il nuovo social network lanciato nell’aprile del 2020 dai fondatori Paul Davison e Rohan Seth. In meno di un anno, dopo un investimento iniziale di 12 milioni di dollari, nel gennaio 2021 la piattaforma ha raggiunto una valutazione di un miliardo ed è sempre più sulla bocca (e sulla voce) di tutti.
Per registrarsi a Clubhouse è necessario utilizzare il proprio nome e cognome e dare accesso alla rubrica telefonica poiché a ciascun profilo corrisponde un numero di telefono e non un indirizzo email. Dopo l’iscrizione sarà possibile scegliere i propri interessi da un vasto elenco e scoprire quali tra le persone di cui si ha il numero di telefono sono già presenti. Quando avrete individuato gli interessi da seguire, Clubhouse vi proporrà delle “stanze” in cui entrare ad ascoltare o parlare. Potrete anche decidere di collegare il vostro profilo a Twitter o Instagram, così da trovare le persone che seguite anche su quelle piattaforme.
Ma come funziona Clubhouse?
Anziché comunicare tramite la condivisione di immagini, video o testi, i messaggi sono veicolati direttamente dalla voce e quindi dalle conversazioni degli utenti. Insomma, se odiate i messaggi vocali di Whatsapp questa non è l’applicazione che fa al caso vostro.
Se invece vi state chiedendo quali siano gli argomenti trattati, Clubhouse è stato ideato per conversare in modalità “live” di qualsiasi topic. Si parte dal networking, passando dalla musica e gli spettacoli fino ad arrivare a discussioni politiche o sport. Gli argomenti sono suddivisi in base a delle stanze virtuali che, una volta chiuse, cancelleranno automaticamente le conversazioni avvenute al loro interno.
Attualmente, definire i vari trend di spicco è abbastanza difficile se si considera la vastità degli argomenti trattati e, soprattutto, la nascita recente del social network. Abbiamo comunque notato che nelle ultime due settimane i temi più discussi sono lo stesso Clubhouse e quelli legati alla comunicazione, al giornalismo e al marketing, in quanto i primi approdati sulla piattaforma sono stati proprio giornalisti e marketers.
Il fatto di basarsi su un concetto di live è sicuramente un aspetto vincente in partenza. Basta pensare a quanto si siano imposte le piattaforme in grado di offrire delle dirette nell’ultimo anno, come ad esempio Twich. Se dunque avete un argomento o un fatto di cui volete discutere o qualcosa che vi appassiona, potrete schedulare un appuntamento e parlarne con altri utenti.
Come per i gruppi su Facebook, ogni stanza ha un admin, con il compito di moderare gli invitati e i loro interventi vocali. All’interno di ognuna ci sono tre ruoli: moderatori, speaker o ascoltatori. Il moderatore gestisce la conversazione, invita altri utenti o decide di togliere la parola agli invitati. La figura dello speaker è abilitata a parlare mentre l’ascoltatore è l’utente che partecipa (in muto) alla conversazione e che, alzando la mano attraverso un tasto, può chiedere la parola.
Le stanze possono essere pubbliche, private o chiuse. Quelle pubbliche sono aperte a tutti gli utenti iscritti, quelle private sono destinate solo ai propri follower, mentre quelle chiuse esclusivamente alle persone che si sceglie di invitare. Chi crea la stanza ha la possibilità di sceglierne il nome e i vari ruoli da assegnare.
Attualmente Clubhouse è in fase di sviluppo e si può accedervi solamente tramite app che può essere scaricata esclusivamente dai sistemi operativi iOS 13.0 o più recenti. Per rassicurare gli utilizzatori di Android, Clubhouse stesso, attraverso un comunicato, ha annunciato che a breve termine sarà estesa la possibilità di utilizzare il social network da parte di tutti.
Un altro aspetto importante ed “esclusivo”, oltre al sistema operativo, è dettato dal fatto che è possibile entrare velocemente nella community solo tramite un invito dato da chi fa già parte della piattaforma. Ogni utente ha due inviti a disposizione, ma è possibile farsi ammettere anche se questa persona ha già usato i suoi. Per far ciò sarà necessario che il vostro numero di telefono sia salvato nella sua rubrica. Dopo essersi registrati nella lista d’attesa per entrare in Clubhouse, tutte le persone con cui si è in contatto e che sono già registrate riceveranno una notifica e avranno la possibilità di farvi entrare senza utilizzare gli inviti.
Riassumendo, Clubhouse si pone come un intreccio tra chat vocale, radio e podcast, poiché dà la possibilità di ascoltare passivamente in background anche se la stanza e l’app vengono chiuse. Si differenzia comunque da un podcast perché non vi è la possibilità di registrare le conversazioni, nemmeno utilizzando lo screen recording. Inoltre, a differenza di un podcast, è possibile interagire e stabilire una connessione con altri utenti.
Il social network in questione è utilizzato già da molti personaggi famosi, e la sua popolarità è aumentata recentemente anche e soprattutto grazie al boss di Tesla e SpaceX, Elon Musk. Strano vero? Proprio lui aveva creato una stanza con ben 5.000 persone pronte ad ascoltarlo.
In questo scenario, considerate le premesse e ciò che sta accadendo tra personaggi più o meno noti, potrebbe nascere una nuova figura, quella del Voice Influencer, per adesso con target profondamente diverso rispetto ai teenagers. C’è bisogno di tempo per capire cosa accadrà, certo che le prime avvisaglie parlano di un Social ad ampia partecipazione di celebrità, attori, sportivi, giornalisti.
Per il momento, Peroni è stato uno dei primi brand italiani sbarcati sul nuovo social con #PeroniXsempre, la nuova campagna pensata per coinvolgere tutti i suoi “lovers” più fedeli. Il grande interrogativo è quindi dettato da se e come i marchi lo utilizzeranno in futuro, in merito soprattutto alle modalità in cui si potranno dar vita a strategie di branding o capaci di convertire.
Per avere una risposta non ci resterà che attendere e monitorare costantemente l’evoluzione di Clubhouse.
E la privacy?
Un tema molto importante, e Clubhouse ha già ricevuto le prime ammonizioni.
Alcuni ritengono che il sistema di accesso sia discriminatorio, altri invece sono più preoccupati dalla tutela dei dati degli utenti. Pare infatti che i creatori abbiano trascurato le normative internazionali ed europee ad esclusione di quelle californiane.
La società che gestisce Clubhouse ha assicurato che verranno rafforzate le misure di sicurezza relative al trattamento dei dati dei suoi utenti, ma per il momento nulla di fatto.